I virtual showroom sono una alternativa efficiente agli eventi fisici?
La pandemia Coronavirus ha bloccato tutti gli eventi fisici, tra cui quelli del mondo della moda, come le sfilate e le presentazioni delle nuove collezioni da parte degli stilisti e dei marchi che maggiormente conosciamo e che, inevitabilmente, hanno dovuto interrompere la programmazione delle classiche chermesse stagionali.
In un momento storico caratterizzato da due parole, a cui ci siamo sostanzialmente del tutto abituati, Covid-19, seguono anche due termini ricorrenti, fondamentali per non farci perdere del tutto il senso della strada ordinaria delle cose: programmazione e cambiamento.
Anche se l’emergenza sanitaria più evidente sembra essere rientrata, infatti, e gli sforzi per riportare alla normalità il lavoro di ogni giorno sono sempre più visibili, è evidente che gli eventi professionali, che abitualmente venivano cadenzati dalla stagionalità, non sono stati svolti o sono stati rimandati a date future.
Un esempio? La moda e le sfilate di presentazione delle nuove collezioni, che abitualmente si tenevano tra giugno e luglio.
Questa interruzione causata dal Covid-19, però, in che modo sta influendo sulle grandi aziende che presentavano il core business delle loro attività usando spazi fisici e partecipazione di un pubblico di interessati per la maggior parte in target?
Il settore ha dovuto cercare velocemente una soluzione, trovandola proprio nel digitale.
Si è in sostanza affidato questo compiti all’innovazione, ma in che modo? Non solo visualizzando i cataloghi al posto della presenza fisica ma bensì allestendo un’intera piattaforma abilitata a replicare tutte le attività che possono intercorrere tra i venditori e i buyer.
Tante sono state le nuove tecnologie che hanno permesso l’allestimento di Virtual Showroom, non banali, ma dei veri e propri allestimenti. Come da museo o da esposizione in una fiera di settore.
Virtual showroom all’avanguardia
Il concetto di “virtual showroom”, in realtà, però, non è nuovo: già da diverso tempo numerosi marchi del settore automobili propongono sui loro siti ricostruzioni 3D dei veicoli che possono essere guardate da ogni angolazione.
Ecco, questa impostazione è stata replicata per il settore della moda: foto a 360 gradi in altissima risoluzione vanno a impegnare la vetrina, ma il punto di svolta è l’intero backstage.
Bisogna ricordaci che il solo settore moda italiano ha un giro di affari di oltre 70 miliardi di euro (Fonte: Sistema moda Italia), di cui il 42% proveniente dall’abbigliamento. Per cui sarebbe stata intollerabile una interruzione totale.
Ecco, meraviglioso modo per reagire alla quarantena e provare ad andare avanti!
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