Un’ottima e inflazionata operazione di marketing. Ma ha sempre senso nel 2022?
Perché Black Friday?
Black Friday (venerdì nero) è il nome informale utilizzato negli Stati Uniti per indicare il venerdì
successivo al giorno del Ringraziamento (Thanksgiving day), che si celebra il quarto giovedì di
novembre. Dal 1952, negli USA, il giorno dopo il Ringraziamento è tradizionalmente considerato
l’inizio della stagione dello shopping natalizio e dei relativi saldi, anche se il termine Black Friday è
stato utilizzato solo negli ultimi decenni.
Per alcuni l’espressione Black Friday sarebbe nata a Philadelphia, e deriverebbe dal pesante e
congestionato traffico stradale che si sviluppa per l’occasione in quel giorno. L’origine esatta
rimane comunque incerta: secondo altri farebbe invece riferimento alle annotazioni sui libri
contabili dei commercianti che passavano dal colore rosso (perdite) al nero (guadagni), per cui il
Black Friday indicherebbe un giorno di grandi guadagni per le attività commerciali. Da quel giorno,
poi, inizierebbe inoltre il periodo dell’anno più proficuo per i rivenditori al dettaglio, capace di
portare in attivo, i conti delle aziende commerciali. Strategicamente piazzato nel calendario, infatti,
il Black Friday è l’occasione perfetta per comprare i regali di Natale a prezzi vantaggiosi.
Diffusosi a partire dagli anni Ottanta, prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo, il Black Friday
oggi è ormai esteso universalmente, grazie al commercio elettronico, sviluppatosi a partire dalla
seconda metà degli anni Novanta. Le grandi catene commerciali sono solite offrire in questa
occasione eccezionali promozioni, al fine di incrementare le proprie vendite e milioni di persone
sono solite spendere un bel malloppo in un solo giorno per riuscire a fare “acquisti furbi e
convenienti”, oggi offerti anche e soprattutto su internet.
Sconti esagerati e sospetti
Si compra di più a meno. Eppure, nonostante ci facciamo conquistare da queste offerte imperdibili,
le percentuali di sconto applicate ai vari prodotti a volte danno la sensazione di essere un po’
esagerate. Inoltre, anche a un’analisi poco attenta, è evidente che, nonostante una scontistica
d’impatto, il prezzo finale non risulti poi così accattivante. Ma perché? Semplice, spesso la
percentuale di sconto viene calcolata prendendo come base il prezzo di listino del prodotto al
momento del lancio sul mercato. Così è semplice vantare sconti anche del 50% su prodotti usciti
diversi mesi fa e che, nel frattempo, hanno già subito un calo fisiologico del prezzo.
Chi pensa di approfittare del Black Friday per fare l’affare del secolo rimane spesso deluso. I prezzi
rilevati su una buona quantità di offerte, infatti, sono spesso vicini ai minimi di mercato, ma di fatto
le offerte imperdibili sono rarissime. In altri casi poi i ribassi del Black Friday coincidono proprio con il prezzo minimo del prodotto: insomma, niente di speciale. O meglio, per trovare questa
tipologia di offerte non è necessario aspettare il Black Friday, basta un monitoraggio attento per
trovare prezzi simili anche in altri periodi dell’anno
Un rito inflazionato
Carrelli degli acquisti straripanti, conto alla rovescia, portafogli vuoti e acquisto compulsivo dettato
dalla parola “sconti”. Tutti aderiscono al Black Friday, perfino la gastronomia sotto casa o l’edicola
in fondo alla strada.
Ma è davvero un affare? O è soltanto un modo che hanno le aziende per aumentare il vortice del
consumismo? A volte può davvero essere un affare, ma in genere c’è da dubitarne, visto che ormai
è palese che spesso i prezzi originali dei prodotti siano stati gonfiati dal venditore e quindi il saldo
che noi crediamo imperdibile finisce col coincidere col prezzo di partenza.
Mi chiedo anche quanto senso abbia nel 2022 il Black Friday, soprattutto vista la nostra dipendenza
e il nostro attaccamento ai vari dispositivi e alla rapidità con la quale conosciamo sconti e
promozioni dei vari brand che seguiamo, sconti che ormai vengono proposti svariate volte durante
l’anno.
Siamo continuamente bombardati di offerte al ribasso, offerte last minute, saldi di fine stagione che
incentivano i nostri acquisti in ogni momento: davvero abbiamo bisogno ancora di un Black Friday
che stimola una sovrapproduzione che oggi non è più sostenibile?
Non solo, stiamo vivendo in un momento storico di crisi e recessione, che tra l’altro non durerà per
poco, davvero possiamo permetterci il lusso di comprare il superfluo? Mi rendo conto di andare
contro l’interesse delle aziende che stimolano alla spesa, ma in un’epoca in cui abbiamo davvero
tutto, non sarebbe forse meglio andare controcorrente risparmiando e spendendo meno?
Eppure sono convinto che anche quest’anno le vendite andranno alle stelle. E che le cattive
prospettive economiche potrebbero addirittura favorire la giornata, perché la gente andrà a caccia di
sconti proprio per il terrore di ritrovarsi, di qui a breve, con il portafogli vuoto.