Il magnate cambia di nuovo idea: rivuole Twitter per 44 miliardi di dollari
L’uomo più ricco del mondo sembra deciso a chiudere l’acquisizione di Twitter al prezzo dell’offerta originale: 44 miliardi di dollari. La notizia ha subito fatto interrompere le contrattazioni e fatto rialzare del 15% le azioni della piattaforma social. Ma attenzione: Elon Musk ora risulta sotto indagine.
Twitter-Musk, la saga infinita
L’offerta era stata presentata ad aprile scorso, subito dopo aver acquisito una quota di minoranza del 9,1% della società e poi aver rifiutato la proposta di un posto nel consiglio di amministrazione. A maggio, Musk aveva fatto marcia indietro, ritirando la sua offerta di acquistare il social network e accusando Twitter di aver violato l’accordo di fusione. L’accusa riguardava in particolare la quota di spam e di account falsi, che secondo Twitter sarebbe meno del 5% ma che gli analisti di Musk stimano come drasticamente superiore. Il processo per il suddetto contenzioso sarebbe dovuto iniziare il 17 ottobre, ma Musk, con un colpo di coda, forse per paura di perderlo, ha ribaltato la situazione e sembra aver deciso di procedere con l’acquisizione.
La “app totale” firmata Musk
Ed è proprio Musk che ha confermato l’accordo su Twitter: “L’acquisizione di Twitter è una accelerazione verso la creazione di X, la app per tutto”. Il miliardario poi ha continuato: “Twitter probabilmente accelera la nascita di X da 3 a 5 anni, ma potrei sbagliarmi”. Come modello, Musk ha in mente l’originale “super app” WeChat, di proprietà della cinese Tencent. Nella prima riunione con i dipendenti di Twitter di giugno, Musk aveva menzionato WeChat, indicando che costruire qualcosa di simile potrebbe quintuplicare la base di utenti di Twitter, portandola a un miliardo di persone.
L’indagine federale annunciata nei giorni scorsi
Ma attenzione: pare che Twitter, nei giorni scorsi, abbia depositato in tribunale un documento in cui rivela che l’acquirente è sotto indagine federale. Il documento afferma che il patron di Tesla è indagato ma non indica il focus esatto dell’indagine, né le accuse specifiche nei confronti di Musk, né quale autorità federale statunitense stia indagando. Di sicuro, però, la ragione dell’indagine riguarda l’accordo da 44 miliardi di dollari e la sua gestione da parte dell’ad di Tesla.
Twitter ha precisato che gli avvocati del patron di Tesla hanno invocato il “privilegio investigativo”, rifiutandosi di consegnare i documenti richiesti. A fine settembre, sempre secondo il social, gli avvocati di Musk hanno fornito un “registro dei privilegi” per identificare i documenti da non divulgare. Il registro faceva riferimento alle bozze di una email del 13 maggio inviata alla Securities and Exchange Commission (Sec) e a una presentazione alla Federal Trade Commission (Ftc), le due autorità regolatorie Usa contro la manipolazione del mercato. “Questo giochetto di nascondere la palla deve finire”, ha affermato la società nel documento depositato in tribunale.
Il fascicolo del tribunale, che chiedeva alla giudice del Delaware Kathaleen McCormick di ordinare agli avvocati di Musk di fornire i documenti, è stato presentato il 6 ottobre, lo stesso giorno in cui McCormick ha sospeso il contenzioso tra le due parti dopo che Musk ha invertito la rotta annunciando che avrebbe rispettato l’offerta iniziale.
Alex Spiro, uno degli avvocati di Musk, ha riferito che il procedimento giudiziario avviato da Twitter è stato un “depistaggio” e che invece “sono i dirigenti di Twitter a essere sotto inchiesta federale”. Scambi di cortesie che testimoniano una mancanza di fiducia tra le parti e aumentano i dubbi su una possibile intesa entro il 28 ottobre. Senza accordo entro tale scadenza il giudice proseguirà la causa intentata a luglio dalla piattaforma social per costringere Musk a chiudere l’accordo. Che dire… preparate i pop-corn e mettetevi comodi, perché la saga non è ancora finita.