Secondo la Gen Z (e qualche millennial) le gif ormai sono roba da boomer, sono cringe, sono un pezzo d’antiquariato per utenti del web attempati.
Dite la verità, vi state un po’ vergognando perché a voi le gif fanno ancora sorridere, non è così? Fate parte di quella manica di boomer che ancora risponde a un messaggio con la gif del momento e vi dà fastidio che le nuove leve del web vi facciano sentire vecchi, giusto? Vi capisco. Ma come tutte le mode, anche questa doveva finire. (Ma sarà davvero finita?) Quel particolare formato di immagini animate che si ripetono in loop sono state un successo tra gli utenti di Internet per un bel po’ di anni, eppure oggi sembra che siano obsolete se non addirittura superate. Almeno dai più giovani.
Che cosa sono le gif
Le gif sono un vecchio arnese nel web: il formato, utilizzato per immagini digitali di tipo bitmap e il cui nome sta per Graphics Interchange Format, è nato nel 1987 e si è imposto in un panorama digitale molto diverso da quello attuale, fatto di imageboard, forum, blog e sparuti social network antiquati. Le gif sono stati elementi centrali nell’esperienza digitale della generazione dei cosiddetti millennial (che oggi hanno tra i 25 e i quarant’anni), ma non lo sono per la Gen Z, quella delle persone nate tra il 1997 e il 2012, che le considerano, appunto, roba da boomer. Tanto da boomer che nel marzo 2021, su Twitter, questo post ha raggiunto i 100.000 like: “Ogni volta che vedo qualcuno che usa una gif, so immediatamente che ha più di 33 anni”.
La gif animata ha preceduto non solo gli smartphone e i social media, ma anche il world wide web. È esplosa in popolarità con l’avvento del web come il modo più semplice per aggiungere movimento a una pagina, ma ha perso lentamente terreno a favore di altri modi di mostrare le immagini che richiedevano meno larghezza di banda all’epoca. Sebbene le gif non siano mai state pensate per sostituire i video, grazie a connessioni Internet più veloci, sono state il modo più semplice per condividere brevissimi clip perfetti per aggiungere contesto e colore ai post o ai messaggi online, un tipo d’utilizzo noto come reaction gif.
Ma negli anni, e con l’avvento delle nuove tecnologie, le gif hanno perso terreno, a causa di file di grandi dimensioni con una scarsa qualità dell’immagine. Infatti, anche se siti come Twitter e Facebook hanno integrato il supporto per la pubblicazione di gif, le hanno anche modificate, trasformandole in file video per visualizzarle in modo più efficiente sui dispositivi mobili. Ciò significa che gli utenti non potevano semplicemente scaricare una gif che vedevano e salvarla in seguito, il che ha ulteriormente appiattito la selezione disponibile.
Giphy e Meta
Nel maggio del 2020, Facebook, poi Meta, ha annunciato di voler acquisire Giphy, un servizio che funziona come archivio e motore di ricerca di gif, per 400 milioni di dollari. Quando nacque Giphy, nel 2013, le gif stavano vivendo una fase di grande successo, grazie soprattutto a social network come Tumblr dove gli utenti ne usavano e abusavano. Nel luglio del 2021, però, l’ autorità di regolamentazione della concorrenza del Regno Unito ha ordinato a Meta di vendere Giphy, temendo che “l’acquisizione potesse essere usata per vietare o limitare l’accesso ad altre piattaforme e portare più traffico a Facebook, WhatsApp e Instagram”, tutte proprietà di Meta. Inoltre, secondo la CMA, Giphy rappresentava un’alternativa al business pubblicitario di Meta, che sarebbe stata eliminata come conseguenza della fusione.
La risposta ufficiale di Giphy ha puntato sulla crescente irrilevanza delle gif per mediare con l’autorità: “Come forma di contenuto è fuori moda, e gli utenti più giovani in particolare descrivono le gif come cringe o da boomer”. L’istanza include anche dati relativi al calo dei caricamenti di nuove gif e dei nuovi account creati nella piattaforma. L’azienda ha inoltre dichiarato che il gruppo che comprende Facebook è l’unico disposto ad acquistare Giphy. Ma ditemi, quanto è cringe un’azienda multimilionaria che ammette di non essere più cool perché il suo business sta morendo? Eppure, è stata proprio questa l’audace strategia che Giphy ha adottato nei confronti dell’autorità britannica.
Non so se ci sarà una rinascita delle gif. So, però, che se non vogliamo sentirci così tanto boomer, l’unica cosa da fare è accettare il cambiamento ed elaborare serenamente il lutto per la morte delle gif.