Il lockdown ha introdotto il telelavoro nelle nostre case, costringendoci a passare molto tempo tra videoconferenze, chiamate e riunioni. Ma anche ora che la pandemia è sotto controllo, continuiamo a gestire i nostri rapporti lavorativi e privati su Zoom. E siamo sempre più stanchi e stressati. Perché?
Il telelavoro oggi
Il telelavoro è destinato a rimanere, secondo alcuni studi recenti, soprattutto nei paesi che possono contare su una buona infrastruttura digitale. E sempre più persone preferiscono lavorare da casa che dall’ufficio: si risparmia tempo, carburante, soldi, si hanno orari più flessibili, si è più riposati perché si lavora in un luogo meno stressante. Ma c’è un aspetto negativo: il lavoro da casa può isolare i dipendenti. Ecco che magicamente arriva Zoom a risolvere il problema: le videoconferenze, infatti, riescono a colmare la distanza fisica tra colleghi, mantenendo un ambiente di lavoro collettivo.
Nel dicembre 2019, Zoom ha registrato dieci milioni di partecipanti a riunioni remote in tutto il mondo. Nel maggio 2020, in piena pandemia, questa cifra è salita a 200 milioni e infine ha raggiunto i 300 milioni a giugno 2020. Le videoconferenze aiutano a mantenere le relazioni a distanza, a prendere decisioni collettive, e a promuovere un senso di unità. Ma se usate senza criterio, possono nuocere alla salute dei lavoratori. In effetti, i dipendenti che trascorrono molte ore in videoconferenze hanno lamentato una particolare forma di stanchezza. Si tratta della famosa “Zoom fatigue”.
La Zoom fatigue
La “Zoom fatigue”, o stanchezza da videoconferenza, è l’esaurimento somatico e cognitivo causato dall’uso intensivo e inappropriato di strumenti di videoconferenza, spesso accompagnato da sintomi come stanchezza, irritabilità, preoccupazione, mal di testa, ansia, stress, burnout e disagio. Nelle interazioni sociali, infatti, cerchiamo sempre di dare il meglio per far sì che gli altri abbiano di noi un’immagine positiva. Il monitoraggio delle nostre azioni, comportamenti, espressioni e gli sforzi messi in atto per presentarci bene all’altro ci causano stanchezza e riducono le nostre prestazioni lavorative. Durante le videoconferenze, quando sappiamo di essere osservati su uno schermo, siamo portati a distogliere l’attenzione dall’argomento della riunione per concentrarci su noi stessi. Questo ci causa un grande stress. La cosa è stata confermata da uno studio del dipartimento di psicologia
dell’Università della Georgia, negli Stati Uniti, in cui è stato chiesto ai partecipanti di accendere o spegnere le telecamere durante le videoconferenze: i lavoratori a cui era stato detto di tenere la telecamere accesa erano più stanchi e più stressati di quelli che avevano la telecamera spenta.
Non solo. Nelle riunioni dal vivo la persona che parla attira sì l’attenzione su di sé, ma nulla impedisce agli altri di distrarsi o di parlare o di prendere appunti, guardandola solo saltuariamente. Nelle videoconferenze, invece, abbiamo costantemente gli occhi di tutti addosso, guardiamo il viso di tutti e il contatto visivo è prolungato. Si ha così l’effetto di una “iper-osservazione”, di un “iper- sguardo”, e venire fissati mentre si parla ci genera una forte ansia.
Anche il vederci in un quadrato sullo schermo ci genera ansia, perché controlliamo costantemente come ci vedono gli altri, come se fossimo sempre davanti a uno specchio (cosa che invece non possiamo fare dal vivo). Questa situazione ci porta a concentrarci sul nostro aspetto e ci catapulta nella cosiddetta ansia da specchio, il che contribuisce alla stanchezza da riunione virtuale. Il risultato è che il migliore predittore della fatica è la sensazione di essere fisicamente intrappolati, seguita dall’ansia dello specchio, dall’iper-osservazione, dalla produzione di segnali non verbali e dall’interpretazione di questi segnali.
Staccate la spina
Questi studi, anche se devono ancora essere approfonditi, ci mettono sicuramente in guardia: se avete l’impressione di essere più stanchi da quando passate ore in videoconferenza, provate a spegnere la telecamera per sentirvi più liberi dei vostri movimenti e meno a disagio con il vostro aspetto. Sarete meno stressati e la vostra attenzione e creatività ne guadagneranno. Non solo: ricordatevi sempre di staccare la spina a orari ragionevoli, non siate sempre reperibili ma scandite in modo chiaro l’orario di lavoro dal vostro tempo libero, in modo da non sentirvi sovraccarichi di lavoro o andare incontro a burnout.